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“Quattr!”, “Sétt!”, “Tutta!”

Un tumulto di numeri, braccia che sferzano l’aria, una frenetica danza di dita: questa è la morra.

L’origine di questo gioco si perde nella notte dei tempi, ma già in una tomba di un alto dignitario egiziano si nota chiaramente il defunto intento a stendere il braccio con un numero, contrapposto ad un altro giocatore. Tuttavia, è nell’epoca latina che si hanno le più chiare manifestazioni scritte: Cicerone riporta in un suo scritto la frase “dignus est quicum in tenebris mices”, ossia “è persona degna quella con cui puoi giocare a morra al buio”.

Ragazzi di ADCN che giocano a morra

Nonostante sembri un gioco semplice, il ritmo incalzante richiede un’elevata velocità di ragionamento: il giocatore deve mantenere la concentrazione, e in qualche frazione di secondo, deve essere capace di analizzare e prevedere il gioco dell’avversario. La morra può giocarsi fra due, quattro o più giocatori, purché di numero pari, in modo da poter formare due distinte squadre, poste una di fronte all’altra. I giocatori abbassano contemporaneamente il pugno destro, distendendo rapidamente una o più dita e gridando un numero tra 2 e 10. Se il numero indicato corrisponde alla somma delle dita distese (e il pugno chiuso vale 1), si segna un punto a favore di chi ha indovinato. Il punteggio da realizzare per vincere una partita viene concordato in principio dagli sfidanti, e di solito si sceglie tra due opzioni: la prima prevede due manches a 12 punti (con eventuale bella), mentre la seconda consiste in un’unica manche a 16 punti (a finì). La morra si gioca tendenzialmente con la mano destra, mentre i punti acquisiti si conteggiano con la sinistra. Realizzati 5 punti, i giocatori battono le mani per sanzionare la cinquina acquisita e per indicare l’inizio di un’altra (a proposito di questa scrocchiata di mano si usa dire “chi sculaccia non perde”).

 

In passato la morra era uno dei passatempi preferiti ma spesso, essendo oggetto di scommesse, scatenava risse. Nel XV secolo il gioco della morra venne bandito dai luoghi pubblici della Repubblica di Venezia. Oggi la morra è consentita ed è compresa tra le discipline riconosciute dalla Federazione Giochi e Sport tradizionali, associata al CONI. Resta comunque in vigore il divieto di gioco nei locali pubblici e nei circoli privati (dall’articolo 718 al 722 del Codice penale) in quanto è tutt’ora inserita nella tabella dei giochi proibiti.

di Alessio Iannarilli