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Se è vero che la musica è l’espressione della sensibilità umana e artistica, il saltarello è l’espressione della originalità assoulta dell’animo del popolo ciociaro. Fu questo stesso popolo infatti che iniziò a praticare canzoni d’amore e di ballo con l’accompagnamento di zampogne e fisarmoniche e dette così origine alla più antica e caratteristica danza del Lazio: il saltarello.

Già nel 1688 il poeta Giov.Camillo Peresio descrive le “movenze” di tale danza:

“…E il ballo fecer poi del saltarello al suon d’un chitarrino e un tamburello. de fronte preso da otto donne el posto otto sbarbati, e ognu’uno al bal deposto, la reverenzia in bella sfoggia sfila.
A un tempo, doppo van dè faccia accosto e presi pè le man ciascuno s’affila e il capoballo, cò un zompar giocondo serpeggia prima, e poi regira tondo”

Questo “zompar giocondo” di cui ci parla il Peresio diviene, nel corso dei secoli, l’espressione della sana allegria ciociara in occasione di sagre, di feste paesane, di fiere, di pellegrinaggi, e ancor più in occasione della seminagione, della mietitura e della vendemmia.

 Anna Maria Fiorletta.