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Alatrino da Alatri
Nacque ad Alatri nella seconda metà del XII secolo. Fu religioso molto stimato per cultura e ingegno, suddiacono e cappellano di tre papi: Innocenzo III, Onorio III e Gregorio IX. Grazie alle sue capacità entrò nelle grazie di questi pontefici che gli affidarono spesso compiti delicati. Ad ulteriore conferma delle abilità di Alatrino giunse la stretta collaborazione con l’imperatore Federico II; di quanta stima l’imperatore e il papa lo ricambiassero  fu constatato con l’assegnazione della prepositura di Acqui e del Canonicato della diocesi di Treviri, in Germania. I rapporti con l’imperatore si deteriorarono però a causa di una controversia tra le città della neo-costituita  Lega Lombarda e l’imperatore stesso. Alatrino rimase comunque fedele al papato per tutto il resto della sua vita, passata a dirimere delicate questioni e a coprire difficile ruoli. Morì nel 1237, pochi anni dopo essere stato insignito dal pontefice Gregorio IX dell’alta carica di Rettore del Ducato di Spoleto.

Pandolfo da Alatri  – biografo di papi e storico
Nacque e visse ad Alatri tra l’ XI e il XII secolo. Compiuto il corso di studi umanistici a Montecassino fu ben presto chiamato alla Corte Romana e lì divenne familiare del papa, nonché Lettore ed Esorcista. Trascorse la sua vita sempre fedele al papato. Per tale ragione poté raccogliere prezioso materiale intorno alla vita e alle opere degli stessi pontefici, che, nella sua qualità di familiare, egli accompagnò nei frequenti viaggi per poi stenderne la biografia con scrupolosa veridicità. Molto importanti e storicamente esatte furono le biografie dei cinque papi: Vittore III, Pasquale II, Gelasio II, Callisto II e Onorio II, nelle quali si narra il duro e tragico periodo della lotta delle investiture, e dalle quali tutti gli scrittori posteriori attinsero a larga mano. Non poche volte, come nella vita di Gelasio II, egli imprime alla narrazione un’intensa forza drammatica che vivamente impressiona e talora commuove. Per questi motivi egli è riuscito ad accattivarsi, più che la stima, l’ammirazione di tutti gli storici, senza eccezioni, che ne fanno ampi elogi di stilista efficace e soprattutto di storico veritiero e coscienzioso.

Cardinale Ugone
Educato a Montecassino, si rivelò subito uomo animoso, robusto e di ingegno elevatissimo. Grazie alle sue capacità fece rapidamente carriera nel mondo ecclesiastico, giungendo al titolo di Cardinale e uomo fidato del Papa. E’ oggi lodato da tutti gli storici, Gregorovius compreso, per un suo gesto eroico che gli è valso l’appellativi di “Novello Enea”. Durante l’invasione dell’imperatore Enrico V riuscì, pur ormai anziano, a trarre in salvo il Papa Gelasio II, portandolo in spalla dalle rive del Tevere e riuscendo a nasconderlo dagli occhi dei barbari, fino a rifugiarlo nella fortezza di Gaeta. Morì l’8 gennaio 1121 durante un viaggio nelle Puglie.

Cardinale Gottifredo
Nacque ad Alatri nel 1200 ca. Il pontefice Alessandro IV, apprezzandone la profonda dottrina e la rara sagacia, lo elevò da Vescovo a Cardinale affidandogli la Diaconia di S. Gregorio al Velabro. Dopo il 1264 partecipò attivamente agli affari ecclesiastici: fu grazie alla sua abilità che risolse la delicata questione della sottomissione della città di Bologna al dominio pontificio. Riguardo Alatri, si rese benemerito con la costruzione di numerose opere pubbliche di rilevante importanza architettonica, fra cui anche la Chiesa di S. Stefano, alcune delle quali portano tuttora il suo nome  (come il famoso Palazzo Gottifredo, oggi sede del Museo Civico). Morì a Roma, colpito dalla peste, nel maggio del 1287.

Antonio da Alatri (pittore)
nacque ad Alatri, verso la seconda metà del  XIV secolo. Si comprende facilmente che fu discepolo di una buona scuola e fu eccellente divulgatore delle forme portate a Roma dai grandi maestri della prima metà del quattrocento e più spiccatamente da Gentile da Fabriano. La sua opera di certa rinomanza è il trittico che si conserva nella chiesa di S. Maria Maggiore, questo dipinto reca nella tavola centrale l’immagine del redentore benedicente, seduto su un trono fortemente prospettico e decorato con i più svariati ornamenti cari all’arte tardo- gotica. Con fondamento approssimativo possiamo permetterci di assegnargli le seguenti opere: “Madonna col Bambino”, “S. Giovanni  Battista”, “S. Leonardo”, “Madonna di Loreto”, “S. Sebastiano”, affrescate nelle pareti di varie chiese di Alatri.

Bernardino Cacciante
Nacque ad Alatri intorno al 1475. Il nome di “Cacciante” gli deriva dal soprannome di un suo antenato che ricevette la “corona civica” per aver salvato Alatri con onore da un assedio di barbari, e significa per l’appunto “colui che scaccia il nemico”.
Grande umanista, autore di importanti scritti sia in volgare che in latino, la sua figura recentemente rivalutata si staglia come tra le più importanti tra i letterati del Cinquecento. Non molte sono le notizie sulla sua vita; si sa che visse a Roma, Urbino e Mantova. Nell’opera di questo forbito trattista cinquecentesco si fondano armoniosamente tradizioni classiche e cristiane, rivivono i temi noti della giustizia, della liberalità, dell’amicizia, della fortuna, della cupidigia e della ricchezza. Grande interesse nell’ambiente degli studiosi ha suscitato il volume “Bernardino Cacciante Aletrinate” (Centro Studi Sorani “Vincenzo Patriarca”, 1982) di Mario Martini, grazie al quale è finalmente stata resa giustizia alle opere del Cacciante. Le opere pubblicate nel libro sono le seguenti: “Libretto apologetico delle donne”, “Dialogus inscriptus lamentatio”. “Epistola al Patrizio Romano Latino Giovenale”.