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 8 Settembre_ Madonna della Libera

Non esiste paese del mondo che non abbia una devozione mariana, persino nei paesi di tradizione islamica la Vergine gode di una venerazione profondissima dai fedeli musulmani.
In Italia non esiste paese che non abbia una piazza dedicata alla Madonna.
Non da meno è la nostra città. Ma direi meglio: la nostra terra che alla vetusta immagine della “libera” ha affidato, da sempre, le proprie fatiche e le proprie attese.
La nostra gente non ha trovato miglior avvocato che in questa madre dal volto tenero pronta ad ascoltare i gemiti dei propri figli. A lei il nostro popolo ha affidato perfino i frutti della terra portando in dono e confidando nel suo soccorso,  il giorno della vigilia, ortaggi e spezie.
Sono i frutti della gente di qua: povera, semplice e genuina capace di far famiglia e festa attorno ad una cipolla.
Tra le Feste di Alatri, l’8 settembre è quella a cui sono più legato perché ha mantenuto, a discapito del tempo, un profumo antico dove le radici e le origini dei nostri padri non si vergognano di essere messe in mostra sui banchi di contadini con le mani scavate e gli occhi di chi ha conosciuto la miseria.
Le cipolle, a ben guardare,  sono il segno dell’umiltà del nostro popolo. Il simbolo della fatica dei nostri padri. Il profumo asciutto della nostra gente.
Ai piedi di questa madre i nostri nonni hanno affidato le loro angosce e con fiducia, davanti a lei, non sono venuti meno alla propria fede: l’hanno tolta da un colonna e fatta regina di questa terra. L’hanno chiamata “Madonna della libera”  invocando,sotto assedi, pestilenze e guerre la consolazione della libertà.
A lei si sono rivolti i nostri nonni per ” chi pecca e per chi geme, per chi ha figli e non ha pane”, come hanno scritto nell’inno a lei dedicato. Nessuno di noi potrà mai negare a lei uno sguardo. Nessuno di noi ha il cuore così duro da non rivolgerle un saluto.
Anche chi fa a pugni con la fede sa di trovare in quegli occhi il sorriso di una mamma.

“Del nostro popolo presidio e onor” recita, ancora, la prima strofa dell’inno popolare.
Icona stupenda della venerazione della nostra Alatri che ha,  più del Santo patrono, promesso onore alla gran Madre di Dio, incoronandola “Regina” e protettrice.

“I nostri padri con Fede pia “- continua l’inno,  alla tua immagine “dolce Maria” hanno fatto ricorso togliendosi il cappello davanti a te.
Nominando una “valle” (Valle Santa Maria)  tuo feudo prediletto.
Ti hanno custodito come tesoro prezioso tanto da stabilire che la tua immagine fosse portata tra le strade ogni 50 anni.

La Madonna della libera è di più che una esperienza religiosa ma è la storia della nostra gente. L’icona della nostra storia.  La semplicità e l’umiltà dei nostri padri che avevano intuito che sono gli umili ad essere davvero grandi.

 

Gabriele Ritarossi

(ph. Website Fotografia97)