Nell’isola montana di Pratelle, situata a ridosso dell’Abruzzo, ogni terza domenica di luglio si tiene un evento straordinario..

Il 30 Marzo 1944 potevo morire sotto il bombardamento della chiesa di san Silvestro, ad opera di un aereo inglese. Non so perché non stessi..

Grazie alla disponibilità di Americo Di Fabio un racconto della Giornata di San Giuseppe del lontano 1942. La sua ferrea memoria ci riporta a momenti di vita vissuta, con il suo scritto chiaro e scorrevole.

Quando le fotografie conservate nello scatolone finiscono, rimane la memoria a riportare alla luce avvenimenti accaduti negli anni passati..

L’ UNESCO dichiarò il 22 agosto Giornata Mondiale del Folklore , data scelta in ricordo di quel 22 agosto 1864, quando l’archeologo britannico William J. Thoms ha pubblicato sulla rivista londinese Atheneum , una lettera in cui ha utilizzato per la prima volta il termine “folklore”.
Nel 1878 uno dei fondatori , a Londra, della “Folklore Society” (FLS – società dedicata allo studio della cultura tradizionale in tutte le sue forme,  è stata una delle prime organizzazioni istituite al mondo per lo studio del folklore), definisce il folklore come la scienza che si occupa della sopravvivenza delle credenze e delle abitudini arcaiche nei tempi moderni

La parola folklore etimologicamente deriva da “folk” (popolo, gente,razza) e da “lore” (sapere,scienza) letteralmente, quindi, folklore significa “sapere popolare”.
Nel linguaggio corrente, per folklore intendiamo lo studio delle tradizioni popolari o l’insieme delle svariate manifestazioni, perlopiù tramandate oralmente, della cultura popolare: usi e costumi, musica, canto, danza, miti, fiabe e leggende, filastrocche, proverbi etc. , tratti che permettono  di distinguere una cultura dall’altra.

 

Ad Alatri il giorno di Santa Lucia significava molto: il 13 dicembre annunciava il Natale..

Con Direttiva del Presidente del Consiglio, datata 31 luglio 2019,  è stata indetta, per la data del 26 ottobre, la Giornata Nazionale del Folklore e delle Tradizioni Popolari. 

La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha “invitato le Pubbliche Amministrazioni, anche con il coordinamento con gli enti ed organismi interessati, a promuovere l’attenzione e l’informazione sul tema del folklore e delle tradizioni popolari; nell’ambito delle rispettive competenze e attraverso idonee iniziative di comunicazione e sensibilizzazione”.

“Le tradizioni popolari – continua, quindi, il Presidente Conte – esprimono una cultura territoriale che costituisce eredità del passato da conoscere e di cui riappropriarsi. Rappresentando un patrimonio da recuperare e valorizzare in ciascun territorio regionale italiano, sono un strumento  indispensabile per fungere da volano per il turismo, con conseguenti ricadute positive di carattere economico”.

Sono elementi essenziali e costitutivi per una cultura territoriale.
Preziosa testimonianza e eredità del passato, è assolutamente indispensabile da parte di cittadini e Amministrazioni pubbliche conoscerle, tutelarle e, sopratutto, valorizzarle.

In un momento delicato come questo, in cui inevitabilmente lo sguardo si volge verso il “locale”, avvicinare le nuove generazioni allo studio e alla conoscenza del proprio patrimonio culturale, sia materiale che immateriale, sarebbe un gran passo avanti.

Infatti, la riscoperta e riappropriazione della cultura del territorio di riferimento stimola il confronto e gli scambi personali. Favorisce, poi, l’apertura a un dialogo anche a livello internazionale e interculturale, quando sarà possibile.

Ma non solo, le tradizioni costituiscono anche un’ottima occasione di sviluppo a livello turistico. Si parla sempre più spesso, infatti, di un turismo sostenibile e culturale, attento al rispetto del territorio e soprattutto orientato alla conoscenza di usi, costumi, credenze della popolazione di riferimento. Consegue, da qua, la possibilità di considerarne il valore economico, efficace anche in vista di un possibile sviluppo di territori e realtà solitamente poco frequentate, come quelle rurali.

Per la rubrica “Alatri racconta”, Brunella Santurro ci parla di Nonna Leda..

E’ la settimana di Pasqua nell’aprile del 2003. Il nostro gruppo, con immensa gioia e orgoglio è invitato a partecipare al World Fest di Branson, in Missouri…. si avete letto bene…Missouri,
S  t  a  t  i    U  n  i  t  i    d’   A  m  e  r  i  c  a,  o più semplicemente U.S.A!

E’ la prima volta, nella sua storia,  che Aria di Casa Nostra, dopo essersi fatta onore nei più grandi festival europei, può varcare l’oceano, può volare lontano, a portare Alatri dove forse, neanche il nostro Sor Flavio avrebbe mai pensato.

Si ma che si fa? Si parte? E’ Pasqua! e il Venerdi Santo con la processione? E il pranzo di Pasqua?e la Pasquetta non ce la metti?  No…non possiamo mancare da Alatri a San Sisto!

Combattuti dal trattenerci o  partire…..be’, alla fine abbiamo optato per la seconda. Cercheremo comunque di onorare le festività pasquali: e’ comunque un “passaggio”, non come quello degli ebrei nel Mar Rosso, ma più prosaicamente da un continente ad un altro!

Così, fatti i biglietti…ci avventuriamo con il sano orgoglio ciociaro a portare le tradizioni popolari negli States!


Ma no, non voglio raccontarvi la nostra esperienza folkloristica…ma bensì la nostra festa di Pasqua!

Eh sì, perché non dimenticheremo mai quel 20 aprile del 2003 negli States…

Piccolo riepilogo: alle nostre esibizioni, sempre allegre e colorate notavamo sempre fra i numerosi spettatori, alcune figure che si presentavano tutti i giorni ai nostri spettacoli, Ken e consorte, ma soprattutto Anthony e la sua signora Marisa… sì, sì.. proprio Marisa…gli ultimi due erano italo-americani originari della Sicilia!

Erano così entusiasti nel vedere un gruppo italiano (anche se non della loro regione) che non mancavano mai un appuntamento col nostro folkore italo-ciociaro.
Così dopo le esibizioni, una parola tira l’altra….abbiamo fatto conoscenza…

“Venti ragazzi di un gruppo di italiani, negli States, lontani da casa, nel periodo di Pasqua, non possono stare da soli“…avrà pensato Marisa;“eh no!” avrà risposto Anthony, “non possiamo proprio far mancare loro la Festa!”
Così, in men che non si dica: “Tutti invitati a casa nostra”, ci dicono in coro!
Noi, ovviamente se pur con la massima gentilezza possibile, abbiamo provato a declinare l’invito:
“siamo in tanti” provo a mormorare, immediatamente azzittito dalla Sig.ra Marisa con un perentorio:
“non se ne parla proprio, voi il giorno di Pasqua sarete ospiti a casa nostra!

e così fu!

Indimenticabile l’ospitalità nella loro dimora di St.Louis, con l’immancabile bandiera americana fuori dalla porta, il canestro da Basket (dal quale Marco ci sfidava negli uno contro uno tutti ovviamente persi… con lui non c’era partita!), il verde del giardino tutto intorno alla casa, sembrava proprio di essere in un film americano!
Che il pranzo sarebbe stato ottimo lo capimmo subito, perché appena seduti a tavola le danze furono aperte da un piccolo antipasto che conteneva…un vero carciofino sott’olio, tanto vero da farci sentire a casa!

Noi Alatresi e tutti i familiari di Anthony, figli e nipoti compresi,  attorno ad  una grande tavolata, a condividere la festa!

Che dire…memorabile la trasvolata negli States…non tanto per il folklore…ma soprattutto per l’aver festeggiato la Santa Pasqua in famiglia…..si,  perché quel giorno ci siamo sentiti tutti figli di Anthony e Marisa nel ricordare la Resurrezione del Cristo.

Piccola nota: abbiamo ricambiato l’ospitalità invitando ad Alatri (con tutti gli onori del caso, accoglienza  del Primo cittadino compresa), in date diverse, sia Ken con moglie e figlio,  che Anthony e Marisa,  ospitandoli ovviamente a “casa nostra” per farli sentire in famiglia come loro hanno fatto con noi!

di Armando