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E’ la settimana di Pasqua nell’aprile del 2003. Il nostro gruppo, con immensa gioia e orgoglio è invitato a partecipare al World Fest di Branson, in Missouri…. si avete letto bene…Missouri,
S  t  a  t  i    U  n  i  t  i    d’   A  m  e  r  i  c  a,  o più semplicemente U.S.A!

E’ la prima volta, nella sua storia,  che Aria di Casa Nostra, dopo essersi fatta onore nei più grandi festival europei, può varcare l’oceano, può volare lontano, a portare Alatri dove forse, neanche il nostro Sor Flavio avrebbe mai pensato.

Si ma che si fa? Si parte? E’ Pasqua! e il Venerdi Santo con la processione? E il pranzo di Pasqua?e la Pasquetta non ce la metti?  No…non possiamo mancare da Alatri a San Sisto!

Combattuti dal trattenerci o  partire…..be’, alla fine abbiamo optato per la seconda. Cercheremo comunque di onorare le festività pasquali: e’ comunque un “passaggio”, non come quello degli ebrei nel Mar Rosso, ma più prosaicamente da un continente ad un altro!

Così, fatti i biglietti…ci avventuriamo con il sano orgoglio ciociaro a portare le tradizioni popolari negli States!


Ma no, non voglio raccontarvi la nostra esperienza folkloristica…ma bensì la nostra festa di Pasqua!

Eh sì, perché non dimenticheremo mai quel 20 aprile del 2003 negli States…

Piccolo riepilogo: alle nostre esibizioni, sempre allegre e colorate notavamo sempre fra i numerosi spettatori, alcune figure che si presentavano tutti i giorni ai nostri spettacoli, Ken e consorte, ma soprattutto Anthony e la sua signora Marisa… sì, sì.. proprio Marisa…gli ultimi due erano italo-americani originari della Sicilia!

Erano così entusiasti nel vedere un gruppo italiano (anche se non della loro regione) che non mancavano mai un appuntamento col nostro folkore italo-ciociaro.
Così dopo le esibizioni, una parola tira l’altra….abbiamo fatto conoscenza…

“Venti ragazzi di un gruppo di italiani, negli States, lontani da casa, nel periodo di Pasqua, non possono stare da soli“…avrà pensato Marisa;“eh no!” avrà risposto Anthony, “non possiamo proprio far mancare loro la Festa!”
Così, in men che non si dica: “Tutti invitati a casa nostra”, ci dicono in coro!
Noi, ovviamente se pur con la massima gentilezza possibile, abbiamo provato a declinare l’invito:
“siamo in tanti” provo a mormorare, immediatamente azzittito dalla Sig.ra Marisa con un perentorio:
“non se ne parla proprio, voi il giorno di Pasqua sarete ospiti a casa nostra!

e così fu!

Indimenticabile l’ospitalità nella loro dimora di St.Louis, con l’immancabile bandiera americana fuori dalla porta, il canestro da Basket (dal quale Marco ci sfidava negli uno contro uno tutti ovviamente persi… con lui non c’era partita!), il verde del giardino tutto intorno alla casa, sembrava proprio di essere in un film americano!
Che il pranzo sarebbe stato ottimo lo capimmo subito, perché appena seduti a tavola le danze furono aperte da un piccolo antipasto che conteneva…un vero carciofino sott’olio, tanto vero da farci sentire a casa!

Noi Alatresi e tutti i familiari di Anthony, figli e nipoti compresi,  attorno ad  una grande tavolata, a condividere la festa!

Che dire…memorabile la trasvolata negli States…non tanto per il folklore…ma soprattutto per l’aver festeggiato la Santa Pasqua in famiglia…..si,  perché quel giorno ci siamo sentiti tutti figli di Anthony e Marisa nel ricordare la Resurrezione del Cristo.

Piccola nota: abbiamo ricambiato l’ospitalità invitando ad Alatri (con tutti gli onori del caso, accoglienza  del Primo cittadino compresa), in date diverse, sia Ken con moglie e figlio,  che Anthony e Marisa,  ospitandoli ovviamente a “casa nostra” per farli sentire in famiglia come loro hanno fatto con noi!

di Armando

 

 

La parola Pasqua deriva dal vocabolo ebraico pesah, che vuol dire passaggio.
Anticamente, celebrava il passaggio dalla stagione invernale alla primavera, nella prima notte di plenilunio del 14 di nisan (mese ebraico corrispondente al nostro marzo-aprile).
E’ in quella notte che Mosè, attraversa il Mar Rosso e fugge dalla schiavitù egizia.
In un altra notte, quella appunto della parasceve, Gesù risorge dalla morte.
Tuttavia, quando celebriamo la Pasqua, si rischia un pò di ripercorrere un evento che sembra sfuggire alla nostra esperienza quotidiana. Eppure, aldilà della resurrezione finale, (quella dopo la morte secondo la dottrina cristiana ), la Pasqua può essere una esperienza ordinaria.
Non solo un evento straordinario di natura divina, ma lo straordinario evento che ognuno di noi, può realizzare nelle cose di ogni giorno.
Fare Pasqua significa fare un passaggio: passare da scelte timide a decisioni definitive; passare dalla falsità di tante nostre relazioni, alla costruzione di legami più sinceri; Risorgere da un fallimento, per reinvestire sulla speranza di un successo; Risorgere dalle sconfitte, dagli errori, dagli sbagli che ognuno di noi porta dentro, per sperimentare il gaudio della fedeltà, il profumo della libertà, la freschezza di un cuore nuovo.
Perché la resurrezione è qualcosa promesso a tutti, poiché ogni giorno ci è chiesto di far morire qualcosa che ci attanaglia e crea fatica per scoprire invece la libertà di una vita vera.

di Gabriele Ritarossi