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L’ UNESCO dichiarò il 22 agosto Giornata Mondiale del Folklore , data scelta in ricordo di quel 22 agosto 1864, quando l’archeologo britannico William J. Thoms ha pubblicato sulla rivista londinese Atheneum , una lettera in cui ha utilizzato per la prima volta il termine “folklore”.
Nel 1878 uno dei fondatori , a Londra, della “Folklore Society” (FLS – società dedicata allo studio della cultura tradizionale in tutte le sue forme,  è stata una delle prime organizzazioni istituite al mondo per lo studio del folklore), definisce il folklore come la scienza che si occupa della sopravvivenza delle credenze e delle abitudini arcaiche nei tempi moderni

La parola folklore etimologicamente deriva da “folk” (popolo, gente,razza) e da “lore” (sapere,scienza) letteralmente, quindi, folklore significa “sapere popolare”.
Nel linguaggio corrente, per folklore intendiamo lo studio delle tradizioni popolari o l’insieme delle svariate manifestazioni, perlopiù tramandate oralmente, della cultura popolare: usi e costumi, musica, canto, danza, miti, fiabe e leggende, filastrocche, proverbi etc. , tratti che permettono  di distinguere una cultura dall’altra.

 

Con Direttiva del Presidente del Consiglio, datata 31 luglio 2019,  è stata indetta, per la data del 26 ottobre, la Giornata Nazionale del Folklore e delle Tradizioni Popolari. 

La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha “invitato le Pubbliche Amministrazioni, anche con il coordinamento con gli enti ed organismi interessati, a promuovere l’attenzione e l’informazione sul tema del folklore e delle tradizioni popolari; nell’ambito delle rispettive competenze e attraverso idonee iniziative di comunicazione e sensibilizzazione”.

“Le tradizioni popolari – continua, quindi, il Presidente Conte – esprimono una cultura territoriale che costituisce eredità del passato da conoscere e di cui riappropriarsi. Rappresentando un patrimonio da recuperare e valorizzare in ciascun territorio regionale italiano, sono un strumento  indispensabile per fungere da volano per il turismo, con conseguenti ricadute positive di carattere economico”.

Sono elementi essenziali e costitutivi per una cultura territoriale.
Preziosa testimonianza e eredità del passato, è assolutamente indispensabile da parte di cittadini e Amministrazioni pubbliche conoscerle, tutelarle e, sopratutto, valorizzarle.

In un momento delicato come questo, in cui inevitabilmente lo sguardo si volge verso il “locale”, avvicinare le nuove generazioni allo studio e alla conoscenza del proprio patrimonio culturale, sia materiale che immateriale, sarebbe un gran passo avanti.

Infatti, la riscoperta e riappropriazione della cultura del territorio di riferimento stimola il confronto e gli scambi personali. Favorisce, poi, l’apertura a un dialogo anche a livello internazionale e interculturale, quando sarà possibile.

Ma non solo, le tradizioni costituiscono anche un’ottima occasione di sviluppo a livello turistico. Si parla sempre più spesso, infatti, di un turismo sostenibile e culturale, attento al rispetto del territorio e soprattutto orientato alla conoscenza di usi, costumi, credenze della popolazione di riferimento. Consegue, da qua, la possibilità di considerarne il valore economico, efficace anche in vista di un possibile sviluppo di territori e realtà solitamente poco frequentate, come quelle rurali.